Order 

 

at work
self portrait
outdoor
without
order
chaos
abstraction
as an art-work
about
historical
nomad
on-air
material
anonimous
user map Lo spazio in cui l'artista vive e lavora, organizzato come un luogo puro e geometrico, ha il fascino del rigore e dell'algoritmo, spesso dissociato con il mondo dell'arte.

Spiegare questo bisogno e difficile, ma spesso non è riconducibile soltanto all'esigenza di professionalità. Viene in mente che il protagonista del "Lupo della Steppa" di Herman Hesse, anch'egli un artista, avvertiva la necessità di vivere in un luogo borghese, semplice e curato, perfino pulito, come contrasto all'agitarsi del suo enorme caos interiore.

Può essere una coincidenza ma non avviene spesso che la creazione artistica abbia luogo proprio la notte, quando il mondo fuori tace e tutto sembra paradossalmente "chiaro e distinto" come le idee cartesiane?

Comunque l'ordine di alcuno atelier d'artista è organizzazione del lavoro e della memoria. Costruire uno spazio rigoroso e abitarlo per alcuni è condizione indispensabile per liberare la fantasia, l'ordine è un punto di partenza e non un fine.

 

 

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